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Mai abbastanza si racconta del lavoro delle donne, ancora meno nei musei, come luoghi deputati alla conservazione, fruizione e valorizzazione delle testimonianze della nostra storia, arte e tradizione. Raramente troviamo musei al femminile dove il racconto, la rappresentazione, l’interpretazione del percorso museale, rispecchia storie di donne, della loro fatica, dedizione e creatività.
Il museo dedicato a “Donna Francesca Sanna Sulis” imprenditrice e benefattrice, con origine a Muravera e attività a Quartucciu, è un piccolo esempio d’inversione verso un museo al femminile. Un museo partecipato, questa è stata la scelta museologica che sin dalla sua istituzione, nel 2004, ha prevalso su altre, cioè un museo “della e per la collettività” nel quale sono gli abitanti del Sarrabus a raccontare la propria storia e tradizioni, attraverso i preziosi antichi tesori di saperi e manufatti che tutelano, salvaguardano e tramandano da generazioni. La radice di questo racconto prende spunto dalla storia di Donna Francesca Sulis, un simbolo per il museo, un simbolo per tutte le donne della Sardegna protagoniste della propria intraprendenza imprenditoriale, artigianale, professionale. E’ dunque il lavoro al femminile che il museo intende rappresentare, un lavoro che si evolve anche nelle attività tradizionali artigianali come la tessitura, la bachicoltura, il ricamo, la tintura dei tessuti, il macramè, la realizzazione delle candele. Il museo, nel nuovo allestimento realizzato grazie al programma della Regione Sardegna finalizzato a dare piena attuazione al Sistema Regionale dei Musei, resterà uno spazio aperto al continuo racconto del lavoro al femminile, un museo vivo in cui, attraverso laboratori didattici, dimostrazioni e il continuo dialogo con la comunità, sarà protagonista il saper fare delle donne sarde di ieri e di oggi.
